Arabia Saudita e calcio – Un modello vincente?
Arabia Saudita e calcio, un modello vincente? O queste spese folli sono solo capricci dei ricchissimi sceicchi destinati a fallire?
Da Cristiano Ronaldo al mondiale 2034, il progetto Vision e lo stato saudita cosa c’è sotto tutto questo.
Investimenti nel calcio
L’Arabia Saudita si è inserita prepotentemente nel mondo del calcio con grande scalpore e indignazione di molti tifosi e appassionati, con l’acquisto di Cristiano Ronaldo a gennaio. 200 milioni a stagione, questo lo stipendio faraonico per assicurarsi CR7, uno dei migliori giocatori di tutti i tempi.
Certo Ronaldo ormai ha 38 anni e si avvicina alla fine della sua carriera, ma la cosa su cui l’Arabia ha puntato è stata la visibilità e l’influenza di questo giocatore che avrebbe portato alla Saudi Pro League.
Infatti da quel momento tutto il mondo ha iniziato a parlare del campionato arabo e dall’inizio del calciomercato sono tantissimi i top player accostati a squadre arabe.
Benzema, Kanté, Koulibaly, Brozovic sono alcuni degli acquisti e tutti loro avranno uno stipendio da capogiro che in Europa possiamo solo sognare. Ma non ci sono solo giocatori quasi al termine della loro carriera ma anche giovani come il 26enne Ruben Neves, che ci sia dietro quindi un progetto ben preciso?

Il progetto Vision
L’obiettivo di queste spese folli è quello di farsi conoscere al mondo, con il principale fine di ospitare i mondiali di calcio del 2034. Inizialmente la candidatura era per il 2030 insieme ad Egitto e Grecia, ma hanno deciso di spostarla per avere più possibilità e organizzarli in solitaria.
Il progetto Vision è voluto dallo sceicco Mohammed Bin Salman, principe e primo ministro del paese, che prevede 13 diversi ambiti su cui investire e sviluppare il paese oltre il settore petrolifero.
È impressionante il numero di eventi che vogliono ospitare per concentrare l’attenzione del mondo su di loro: Gran Premio di formula 1, Supercoppe italiane e spagnole, Coppa d’Asia 2027, Rally Dakar, Golf League, finali di eSports. Per non parlare dei giochi asiatici del 2029 che si svolgeranno in una località che ancora non esiste e la sua realizzazione costerà 500 miliardi di dollari.
Cosa importante da sapere è che a differenza dei club europei, in Arabia Saudita le squadre non sono soggette ai regolamenti del Fair Play Finanziario e quindi non vi è alcun limite o controllo.
Modello arabo e cinese a confronto
Sicuramente a molti sarà venuto in mente ciò che è successo anni fa in Cina, con molti giocatori acquistati a cifre folli, ma nel giro di qualche anno tutto il sistema è crollato e non si è più sentito parlare del calcio cinese.
Ecco Il modello saudita è molto diverso. In Cina i club erano privati e i proprietari delle squadre compravano giocatori dall’Europa per cercare di vincere trofei e crescere far il proprio calcio.
Nella Saudi Pro League i 16 club partecipanti una volta appartenevano esclusivamente alla famiglia reale e ora stanno attraversando una fase di privatizzazione.
Ad oggi il fondo Pif (gestito dallo stato) detiene il 75% delle squadre più importanti del paese (Al Nassr, Al Hilal, Al Ittihad, e Al Ahli), quindi si può dire che esse sono gestite dallo stato saudita.
Ciascuna squadra può avere un massimo di 8 extracomunitari e si punta ad ottenere tutti i top player, con l’obiettivo di rendere il campionato uno dei top 10 al mondo.
Differenze sostanziali
La differenza sostanziale tra Cina e Arabia Saudita parte dalla base culturale e organizzativa, gli arabi seguono un progetto ben preciso che è fortemente voluto dallo stato per ottenere visibilità.
Inoltre il mondo calcistico arabo parte da fondamenta più strutturate di quelle cinesi. Infatti la Nazionale Cinese è dal 2002 che non si qualifica ad un mondiale, mentre i sauditi dal 2002 ad oggi si sono qualificati 4 volte e nell’ultima edizione hanno sconfitto anche l’Argentina nella partita d’esordio.
In più si punta su giocatori che hanno davvero un forte impatto mediatico. Basti pensare a Cristiano Ronaldo che è la persona più influente e seguita sui social oltre ad essere uno dei più forti di tutti i tempi, o Benzema che è stato l’ultimo Pallone d’Oro. Mentre in Cina venivano fatte spese folli per calciatori mediocri.
Una nuova immagine dell’Arabia Saudita
Nel caso in cui non si riesca a convincere i calciatori a giocare nella lega saudita, in un modo o nell’altro il loro intento lo raggiungono, come fatto con Lionel Messi. L’argentino ha rifiutato un’offerta davvero folle per giocare, ma verrà pagato 25 mln all’anno per recarsi in vacanza in Arabia e parlare positivamente del paese.
Tutti questi esorbitanti investimenti certamente serviranno a diversificare le entrate del paese e non essere concentrate solamente sul petrolio, ma probabilmente c’è altro sotto.
Quella che si sta attuando è una sorta di pulizia dell’immagine che i sauditi si sono conquistati negli anni da parte di tutto il mondo riguardo il mancato rispetto dei diritti umani soprattutto delle donne e la forte chiusura culturale.
Così il principe Mohammed Bin Salman sta cercando di attirare l’attenzione del mondo sul suo paese, portando visibilità e turisti, rendendo l’Arabia una nuova oasi di bellezza, puntando su settori e personaggi aventi grandi visibilità e potere.

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Foto: 1. DAZN 2. Sole 24 Ore