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MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA: 5 FILM ITALIANI IN CONCORSO

today31/07/2022 187

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MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA: 5 FILM ITALIANI IN CONCORSO

Dal 31 agosto al 10 settembre è prevista la settantanovesima Mostra del cinema di Venezia. In gara per il Leone d’oro presenti cinque film italiani.

Film in gara:

  • IL SIGNORE DELLE FORMICHE di Gianni Amelio con con Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco,
  • BONES AND ALL di Luca Guadagnino con Timothée Chalamet
  • CHIARA di Susanna Nicchiarelli con Margherita Mazzucco
  • MONICA di Andrea Pallaora
  • LIMMENSITA’ di Emanuele Crialese con Penelope Cruz.

Il signore delle Formiche di Gianni Amelio

Negli anni Sessanta si celebrò a Roma un processo che fece scalpore: per la prima volta l’omosessualità a processo.  Il film ricostruisce la storia del caso “Braibanti”, chiaro episodio di omofobia di Stato. Aldo, scrittore, venne incriminato per plagio. Fu recluso per nove anni. Fu considerato colpevole per aver sottomesso alla volontà un suo studente. Tuttavia, l’uomo non aveva commesso plagio, ma il vero bersaglio dell’imputazione è stata l’omosessualità.

Prendendo spunto da fatti realmente accaduti, il film racconta una storia a più voci, dove, accanto all’imputato, prendono corpo anche le figure attorno alla sua storia, famigliari e amici, accusatori e sostenitori, e un’opinione pubblica indifferente. Per la risoluzione della vicenda si impegna un solo giornalista, impegnato a ricostruire la verità.

Chiara

Chiara ha diciotto anni, e una notte scappa di casa per raggiungere il suo amico Francesco. Il film narra la storia una ragazza e del suo sogno di libertà.  “La storia di Chiara e Francesco è entusiasmante. -dice Susanna Nicchiarelli illustrando il film -Riscoprire la dimensione politica, oltre che spirituale, della “radicalità” delle loro vite, la povertà; la scelta di condurre un’esistenza sempre dalla parte degli ultimi, ai margini di una società ingiusta; il sogno di una vita di comunità senza gerarchie e meccanismi di potere. La vita di Chiara ci restituisce l’energia del rinnovamento, l’entusiasmo contagioso della gioventù, ma anche la drammaticità che qualunque rivoluzione degna di questo nome porta con sé.”

Bones and all

Racconta la storia di un primo amore tra Maren, una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società, e Lee, un solitario dall’animo combattivo. I due ragazzi affrontano un viaggio on the road alla continua ricerca della loro identità e della bellezza. I giovani tentano di trovare il proprio posto in un mondo pieno di pericoli e che non riesce a tollerare la loro natura.  Il regista ha affermato «Il film è per me una riflessione su chi si è, e su come si possa superare ciò che si prova, specialmente se è qualcosa che non si riesce a controllare in sé stessi.»

L’Immensità 

Il film ci trasporta nella Roma degli anni Settanta: Clara e Felice si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento. Il loro matrimonio è finito, ma non riescono a separarsi. Il loro collante sono soltanto i figli su cui Clara riversa tutto il suo desiderio di libertà.                                          Dice Emanuele Crialese: “È un film sulla memoria che aveva bisogno di una distanza maggiore, di una consapevolezza diversa. Come tutti i miei lavori, in fondo è prima di tutto un film sulla famiglia: sull’innocenza dei figli, e sulla loro relazione con una madre”

Monica

Monica, dopo essersi allontanata dalla sua famiglia da adolescente torna a casa per la prima volta dopo una lunga assenza. La protagonista intraprende un percorso nel suo dolore e nelle sue paure, nei suoi bisogni e nei suoi desideri fino a scoprire dentro di sé la forza per guarire le ferite del proprio passato. Il film è come se fosse un ritratto intimo di una donna che esplora i temi universali dell’abbandono e dell’accettazione, del riscatto e del perdono. Spiega Andrea Pallaoro “A partire da questa esperienza ho voluto raccontare una storia che esplorasse la complessità della dignità umana, le conseguenze profonde del rifiuto e le difficoltà nel guarire le proprie ferite. Attraverso un linguaggio cinematografico che prende forma da un costante dialogo tra l’estetica dell’intimità e dell’alienazione, in bilico tra l’interiorità della protagonista e il mondo che la circonda, i miei collaboratori ed io ci siamo addentrati nel mondo emotivo e psicologico di Monica per riflettere sulla natura precaria dell’identità di ciascuno di noi quando è messa alla prova dalla necessità di sopravvivere e trasformarsi.”

 

 

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Foto: La Biennale di Venezia

Scritto da: comunicazione

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